Nello stesso anno in cui i Comuni di Porto Maurizio, Oneglia e altri minori, con Regio Decreto 21 ottobre 1923, si fondono dando vita alla città di Imperia, viene costituita ufficialmente la Biblioteca Civica che riunisce nel proprio patrimonio librario le dotazioni delle biblioteche dei due primi nuclei.
La Biblioteca di Porto Maurizio viene istituita nel 1860 nei locali della Regia Scuola Tecnica e aperta al pubblico il 2 giugno del 1861 con opere acquistate grazie a un primo stanziamento annuale di trecento lire. La dotazione iniziale di circa 560 volumi, alimentata da modici acquisti e da donazioni di privati cittadini, si accresce notevolmente con i volumi delle librerie dei conventi locali dei Padri Cappuccini di Porto Maurizio, di Castelvecchio e di Pieve di Teco, dei Padri Minori Osservanti di Diano Castello e dei Padri Minori Riformati di Candeasco, al punto che la sala destinata alla lettura, ormai satura, deve essere trasformata in magazzino e quindi chiusa al pubblico.
Solo due anni dopo, grazie all’intervento del professor Don Giuseppe Aimo, che provvede alla selezione dei volumi da catalogare e alla risistemazione in una sala del Municipio, la Biblioteca torna a funzionare, sebbene in modo inorganico e discontinuo e senza la guida di un direttore.
Nel 1886 il maestro Filippo Paoletti, ottenutane la direzione fino al 1908, trasferisce i libri in due locali spaziosi del Convento dei Padri Cappuccini che però tre anni dopo viene ceduto dal Comune al Comando Militare, imponendo un nuovo trasloco. I militari stessi accatastano i volumi alla rinfusa al piano terreno dell’edificio scolastico di piazza Roma e, ultimando il lavoro solo nel 1903, vanificano gli sforzi di Paoletti volti a rimediare alla penosa situazione.
L’incuria continua fino al 1913 quando Giovanni Boine, una delle voci più significative della letteratura italiana, decide di riordinare e riaprire la Biblioteca Civica portorina. Lo scrittore, aiutato da alcuni giovani accomunati dalla medesima fede nel valore della cultura, si prodiga per quattro anni alla sistemazione dei volumi. Tuttavia alla sua morte, nell’ultimo periodo di guerra e per diversi anni a seguire, la Biblioteca cade in stato di abbandono.
Solo nel 1926 l’opera di valorizzazione viene ripresa da uno dei giovani collaboratori di Boine, Leonardo Lagorio, studioso di vasta cultura, diventato direttore della nuova Biblioteca del Comune di Imperia.
Nella nuova sede, significativamente collocata nel nuovo Palazzo Comunale, vengono a confluire anche i volumi lasciati al Comune di Oneglia dall’avvocato Ludovico Maresca e quelli provenienti dalla libreria dei Padri Minimi. Questi lasciti nel 1863 erano venuti a costituire la Biblioteca onegliese con sede nei locali annessi al Palazzo del Collegio di piazza Ulisse Calvi che, sepolta sotto le macerie del tetto crollato durante il terremoto del 1887, aveva perso molti volumi.
Grazie all’importante contributo di Lagorio, che per 40 anni si adopera per l’accrescimento e la valorizzazione del patrimonio bibliografico, si rende necessario negli anni Settanta il trasferimento nei più ampi locali di via Belgrano, sede che sarà a lui intitolata.
Nel 2009 la Biblioteca trova una nuova e moderna collocazione nei locali dell’ex Palazzo di Giustizia, affacciati sulla bella piazza dedicata a Edmondo De Amicis e accuratemente ristrutturati secondo moderni criteri di fruibilità. Dalla sede della vicina via Belgrano la Biblioteca porta con sé un patrimonio bibliografico di circa sessantaquattromila volumi, opuscoli e periodici.
E’ particolarmente curata la raccolta e l’archiviazione dei documenti sulla storia e la cultura locale, editi nel corso dei secoli XIX-XXI, utili a ricostruire il passato della Liguria di Ponente, specialmente della Provincia di Imperia.
Arrichisce il patrimonio un cospicuo fondo antico, raro e pregiato, che comprende libri a stampa del XV-XVIII secolo. Di particolare rilievo sono i “fondi” costituiti dalle raccolte degli scrittori legati alla città Edmondo De Amicis e Giovanni Boine, che comprendono manoscritti, carteggi, prime edizioni e traduzioni delle loro opere.